Rossano è un mio amico che non vedo più. Ogni tanto lo sogno. Una volta l’ho incontrato e stava davanti l’entrata di un Luna Park o qualcosa del genere. C’era tanta luce e suoni e vedevo gente entrare ma a me non era permesso. Io gli facevo mille domande e lui ridacchiava di me. Mi diceva di calmarmi di non parlare in fretta e di ascoltarlo… Poi mi ha detto: “Salva io sto bene, non sono morto. Davvero! Non mi vedi che sto bene? Adesso devo entrare e tu non ti preoccupare. Qua c sta bon Salvatò… Stai tranquillo e dillo a tutti che mi hai trovato.”

Ho ancora nella mente il ricordo di lui che entra con altre persone amiche nel Luna Park colorato e poi si volta e mi saluta.

Io una persona così non l’ho più incontrata. Tu parlavi e lui ti ascoltava e poi ti dava un parere sincero. Non lo vedevi per settimane ma quando meno te lo aspettavi arrivava e si stava bene insieme. Era il più buono e forse al Luna park che ho sognato c’era bisogno di uno così. Ciao Rossano, tu navighi con noi nel tempo tra queste parole e in mezzo ai nostri ricordi belli che ci hai lasciato.

Che un giorno ci faremo un giro insieme io già lo so e magari pure con la tua Peugeot andremo a Lesina Marina a guardare dove finisce il mare sfumacchiando e ridendo di quanto è pazzo e bello questo mondo.

La vita è strana

Una sera io e Rossano ci siamo incontrati al vecchio Morrison e abbiamo bevuto non mi ricordo cosa, ma abbastanza. Usciti fuori ci siamo incamminati, io verso la mia macchina e Rossano verso la sua. Però quella di Rossano non c’era e lui se non sbaglio aveva le chiavi in mano.

Con la mia macchina abbiamo girato tutta la notte. Io avevo anche un coltellino, di quelli per il fumo, che tenevamo in caso di pericolo. Siamo stati nei posti dove pensavamo nascondessero le macchine rubate. Niente. Poi accompagnando a casa Rossano, ormai senza speranze, gli è venuto il dubbio e ha detto: “Oh Salva, diamo un occhiata nel mio garage”. La macchina era lì e puoi immaginare in che modo gli ho detto vaffanculo. Era un mito.