La voce di San Severo

Nazario Tartaglione – foto di Michele Fini

Cantautore, arrangiatore, narratore: Nazario Tartaglione dal 1998 racconta San Severo e il resto del mondo attraverso la sua musica.

Dieci album in dialetto, un manuale di scrittura creativa, collaborazioni con artisti come i Rione Junno, Gianni Colonna, Tonia D’Angelo, Mauro Valente. Il dialetto sanseverese, variante della lingua napoletana, diventa strumento di world music per raccontare le contraddizioni della città.

Il nuovo album Canzoni delle Tre Carte si apre alle sonorità mediterranee mentre scava nelle radici della cultura popolare. In questa intervista, Tartaglione rivela come fiori musicali possano nascere anche tra le pietre del disincanto.

Canzoni delle Tre Carte, l’ultimo album.

Come è nato il progetto?

È un album molto particolare – non dovevo nemmeno farlo. Queste canzoni sono spuntate fuori come fiori tra le pietre, nonostante le mie resistenze. In ogni canzone emergeva il nome di una carta da gioco.

Ho scoperto che con le carte napoletane si possono anche fare i tarocchi, c’è un senso di lettura dell’esistenza in queste canzoni.

È un lavoro a cavallo tra canzone d’autore e canzone antica, con un immaginario a volte onirico.

Come si collega il dialetto sanseverese alla tua visione musicale?

Il dialetto sanseverese non è una lingua rozza come molti pensano. Ha una sua antichità, spiritualità e poetica. È molto più vicino al napoletano degli altri dialetti pugliesi.

Grazie “alla presenza di un grande fondaco veneziano che, direttamente collegato al porto del fiume Fortore, faceva da importante tramite tra la Serenissima e il regno napoletano”.

Certo. Questo legame si sente: quando canto a Roma, spesso lo scambiano per napoletano.

Giovan Battista PellegriniLa Carta dei Dialetti d’Italia

Come utilizzi questa particolarità linguistica nella tua musica?

I brani in dialetto hanno un potenziale internazionale superiore a quelli in italiano. Quando parlo di napoletanità, parlo di mediterraneità.

David Byrne, il cantante dei Talking Heads che ha avuto una lunga carriera nella world music, conosceva bene “Creuza de mä” di Fabrizio De André, proprio perché era l’unico suo album accessibile a livello internazionale, essendo in dialetto. 

Il mio primo album Tribù segue questa strada. Non cerco di imitare il napoletano, che è molto più bello, più tondo e spumoso, elaborato da artisti di un’antichità più profonda della nostra. Ma avendo tra le mani un suo “cugino”, posso creare qualcosa di originale. 

Il dialetto permette di dare più spazio alle sonorità: prima arriva il suono, la melodia, poi il cantato.

Come nasce una tua canzone?

Non c’è una regola fissa. Le cose apparentemente spontanee sono frutto di un’elaborazione interiore, che nasce da uno sguardo attento sulla società e su se stessi.

La prima cosa che appare è un’immagine mentale, che da visiva diventa filmica, onirica. Poi nascono i versi con gli accordi che suggeriscono un’atmosfera. È come un valzer dove musica e parole si alternano alla guida.

L’ispirazione va coltivata attraverso l’introspezione, sviluppando un dialogo interiore.


Come bilanci creatività e disciplina nel tuo lavoro?

È un incontro tra volontà e spontaneità. Ho studiato questi processi creativi tanto da scrivere un manuale, “Il Cantautore”, tra il 2006 e il 2016.

Ci sono canzoni nate dall’ispirazione pura e altre dove prevale l’artigianato. 

Poi c’è la produzione, che è un fatto quasi muscolare. Mi sono dato questa disciplina perché credo nel mio lavoro, anche se a San Severo questo approccio metodico non sempre viene capito.

Chi produce i tuoi album?

Mi occupo di tutto personalmente, perché sarebbe impossibile coinvolgere musicisti in un lavoro così lungo senza poterli retribuire.

La produzione casalinga ha i suoi limiti ma anche i suoi vantaggi: permette di curare i dettagli con tempi più rilassati rispetto a una sala di registrazione a pagamento.

Quando possibile collaboro con altri, ma spesso servono figure specifiche – come fisarmonicisti o percussionisti particolari – che non si trovano facilmente in zona.

Quali sono state le tue collaborazioni più significative?

Ho lavorato – tra gli altri – con Gianni Colonna, con i Rione Junno di Monte Sant’Angelo e Federico Scarabino in particolare (un nostro brano – Terra di nessuno – è stato interpretato dal Maestro Enzo Gragnaniello), Roberta PalumboTonia D’Angelo per progetti che fondono canzone, teatro e poesia, e con l’autore teatrale Mauro Valente

Ho pubblicato anche alcuni brani in interazione con l’etichetta di Claudio Poggi, scopritore di Pino Daniele

Come distribuisci la tua musica?

Ho seguito l’evoluzione dei media digitali: da Vitaminic negli anni ’90 a MySpace, fino a YouTube.

Sarei anche su Spotify, ma la gestione dei contratti con società straniere è complicata. Il vero problema non è tanto la piattaforma quanto la mancanza di una progettualità discografica sul territorio – non ci sono imprenditori del settore che possano aiutare con stampa, promozione e organizzazione di spettacoli.

I miei album spesso escono allegati ai giornali locali, come è successo con “FOLK – Dall’America al Mediterraneo” nel 2016 sul Corriere di San Severo.

Il futuro della musica a San Severo?

La città sta attraversando una crisi e non è facile trovare sostegno. Servirebbero festival che valorizzino gli artisti locali e un cambio di mentalità.

Ho cercato di contribuire con iniziative come “San Severo d’Autore”, sia come rassegna che come rubrica su 99Tv.

Continuo a insegnare, tenendo corsi di scrittura creativa nelle scuole e associazioni culturali.

I miei brani sono un omaggio alla città e alla sua cultura, nella speranza che nuovi strumenti permettano di valorizzare sempre di più il lavoro che facciamo qui.


Nazario Tartaglione

Cantautore, arrangiatore e autore di narrativa, classe 1975, San Severo (Fg). Sin dalla prima adolescenza scrive poesie, che diventeranno subito canzoni grazie all’acquisto della sua prima chitarra (una classica di seconda mano), che gli permetterà di sostenere la composizione delle prime melodie vocali.


Torna indietro

Il tuo messaggio è stato inviato

Attenzione