È ora di conoscersi.
Chi l’ha detto che San Severo è una città dove non succede niente?
Negli ultimi anni, in silenzio e senza fanfare, la nostra città ha iniziato ad accogliere una nuova comunità: i “ritornati” – quelli che dopo anni al Nord o all’estero hanno scelto di tornare a casa – e gli “arrivati” – chi ha scoperto che tra i campanili e le strade del centro storico si può costruire una vita diversa.
Sono project manager e specialisti dell’educazione che lavorano da remoto, dirigenti che hanno deciso di cambiare vita, startupper che hanno portato qui la loro azienda, operatori dello spettacolo che hanno capito che possono creare anche da qui, medici in pensione che hanno rivitalizzato gli spazi di cultura, freelance che hanno scoperto che la qualità della vita vale più di uno stipendio milanese, operai specializzati che hanno portato competenze da grandi aziende del Nord, ingegneri che hanno deciso di fare impresa facendo incontrare l’artigianato di precisione con l’innovazione, artigiane local che hanno aperto bottega unendo manualità, arte e convivialità, giovani famiglie che vogliono crescere i figli dove c’è il supporto dei nonni. Oppure semplicemente persone che credono che San Severo possa essere il posto giusto per i prossimi anni della propria vita.
Il problema? Non sempre ci conosciamo.
Ognuno fa la sua vita, si crea la sua bolla, ma non c’è un filo a legare queste esperienze. Un peccato, perché dalle conversazioni che abbiamo avuto in questi mesi emerge una cosa chiara: c’è voglia di fare, di costruire qualcosa insieme, di non limitarsi a “tirare a campare” ma di immaginare una San Severo migliore.
L’esempio di Matera (e non solo)
A Matera, un gruppo di “ritornati” ha creato una comunità informale che oggi conta centinaia di persone. Non un’associazione con statuto e presidente, ma una rete di relazioni vere che si aiutano, collaborano, si scambiano idee e opportunità.

Il risultato? Progetti concreti, nuove imprese, iniziative culturali che hanno contribuito a cambiare il volto della città.
E noi? Cosa aspettiamo?

La proposta (semplice)
Incontriamoci (replicate a a questa newsletter o scrivete a: people@tommileo.com ). Niente discorsi solenni o piani quinquennali, solo la voglia di conoscersi e capire chi siamo e cosa vogliamo.

L’idea
L’idea è semplice: un caffè, quattro chiacchiere, la possibilità di mettere facce su nomi che magari già seguiamo sui social. E da lì, vedere cosa viene fuori.
Non serve l’ambizione di cambiare il mondo in un pomeriggio. Ma forse, piano piano, si può iniziare a tessere quella rete di relazioni che manca. Perché come diciamo sempre da queste parti: senza gli altri non siamo niente.
